L.C., 51 anni, Milano
Mi chiamo L.C., ho 51 anni e sono di Milano. Esattamente 6 anni fa sono stata colpita da un ictus ischemico che mi ha lasciata emiplegica e con contrazioni spastiche agli arti del lato destro del corpo.
Da allora ho intrapreso molte cure, ma nessuna ha dato i risultati sperati.
Per quanto riguarda l'arto superiore, il botulino mi permetteva di avere il braccio bello disteso, ma non di controllarlo. Di conseguenza mi si lussava la spalla e mi dovevo trascinare questo peso morto che sentivo non mi apparteneva più. O si recupera entro il primo anno o non c'è più nulla da fare, questo insegna la medicina tradizionale. Una vera disperazione per me e psicologicamente impossibile da accettare per chi si considera ancora nel pieno della vita.
Fortunatamente, 2 anni fa mi hanno parlato della terapia con tecnologia REAC e mi sono rivolta al Dr. G.P. Fin dalla prima applicazione di uno specifico protocollo terapeutico non ho più avuto i forti dolori per le contrazioni alla schiena, all'altezza della scapola!
Da allora ho fatto alcuni cicli di specifici trattamenti REAC, grazie ai quali ho ritrovato sicurezza nel cammino, un maggiore equilibrio ma, quello che è per me assolutamente importante e che gli riconoscerò con gratitudine a vita, mi ha ridato la speranza di un futuro migliore.
Ho poi deciso di sottopormi ad un nuovo trattamento presso l'istituto Rinaldi Fontani, dove ho trovato persone competenti e disponibili, che hanno fatto di tutto per mantenere vivo il mio entusiasmo, senza mai illudermi.
Concluso il ciclo di trattamento, mi sento carica di forze ed energia, non sono più sempre stanca come mi succedeva prima, ho fatto pace con il mio braccio che ora controllo e che è disteso anche durante il cammino in situazioni disagiate, dai prati al pavè. Ho praticamente l'effetto del botulino, ma ottenuto senza sofferenza e in più è controllato, perché ora se decido di piegare il braccio per appoggiarlo da qualche parte, lo posso fare sempre quando voglio, cosa non da poco. Persino la mia mano, la parte più difficile da risvegliare, sta collaborando: è molto morbida e rimane aperta per lungo tempo, tanto che mi sono spariti i calli che avevo sul palmo dovuti alla contrattura.
Posso dire con soddisfazione che la terapia con tecnologia Reac mi ha ridato quella vita e quell'autonomia che mi avevano fatto credere di aver perso per sempre. A questo punto, non mi resta che dire grazie di cuore per tutto quello che mi hanno dato e augurare a tutti loro un buon lavoro.
J.L. 32 anni
Il mio nome è J.L., studentessa al Conservatorio di canto lirico. Ho 32 anni e mi sono recata dal Dr C. per una Lombalgia Acuta, dopo una visita mi ha proposto la terapia con il REAC. Ero già stata da un ortopedico, ma nonostante le terapie eseguite il dolore non era passato (…). Al termine della visita, il medico mi dice che il mio modo di camminare, di muovermi e di respirare era sbagliato. Studio canto lirico, quindi la respirazione é una cosa sulla quale sono abituata a lavorare e riflettere molto (…), ma una cosa é non avere problemi e un altra è utilizzare le proprie risorse al massimo, come mi venne dimostrato in seguito. Ho fatto la prima seduta ONP con il REAC e subito dopo camminavo diversamente, la sensazione era di rilassamento e la respirazione era molto più libera e molto più profonda, ho subito provato a fare un vocalizzo, la potenza e il sostegno erano subito nettamente migliorati! Ho fatto successivamente le 18 sedute di terapia ONPF. Ora, quattro mesi dopo aver terminato il ciclo, non solo non mi è più tornato il mal di schiena, ma posso anche affermare che quel rilassamento e quella respirazione non sono andati via.
Con una respirazione più profonda sono riuscita ad acquisire una sicurezza e un supporto migliore nella voce. Nel canto, la respirazione è tutto! e io sono riuscita a fare dei progressi anche grazie alla Terapia con il REAC. Ringrazio fortemente il Dr C. per tutto ciò che ha fatto per me!
P.G. 42 anni
Mi chiamo P.G. ho 42 anni, sono un imprenditore agricolo. Nell’Agosto 2009 sono stato coinvolto in un incidente automobilistico procurandomi una frattura con interessamento del Midollo a livello delle quinta e sesta vertebre cervicali, sono stato operato d’urgenza per stabilizzare la colonna con una placca e delle viti. Successivamente residuava una tetraparesi più importante a sinistra con importante riduzione della sensibilità sul lato sinistro dal torace in giù, in particolare nella gamba destra non avevo la sensibilità al caldo ed al freddo.
Avevo una importante spasticità bilaterale con notevole rigidità dell’arto sinistro, importante deficit della deambulazione e della coordinazione motoria, non avevo la percezione di dove fossero le mie gambe nell’esecuzione dei movimenti, pertanto quando camminavo ero costretto a guardarmi le gambe per non inciampare. Ciò mi procurava importanti difficoltà nell’eseguire il mio lavoro e nella vita quotidiana. Negli anni successivi ho eseguito numerosi cicli di fisioterapia con risultati parziali, avevo sì ripreso a camminare ma avevo tutte le difficoltà che ho descritto e da più di un anno e mezzo la situazione era ormai stabilizzata e non dava segni di miglioramento.
Nell’Ottobre 2012 ho eseguito due cicli di terapia con il REAC e successivamente tre mesi fa 72 ore consecutive di terapia rigenerativa sempre con il REAC. Attualmente, la mia situazione è notevolmente migliorata, non ho piu’ necessità di guardarmi le gambe durante il cammino perché ho recuperato totalmente la percezione della posizione degli arti, ho recuperato i fini movimenti degli arti inferiori, sono infatti in grado di eseguire piccoli spostamenti con i piedi che prima mi erano impossibili, la sensibilità al tatto è pressochè totalmente recuperata, a destra ho recuperato parzialmente sia la sensibilità termica anche se persiste una differenza tra destra e sinistra. Ho recuperato una notevole resistenza alla fatica e la mia capacità di permanenza in piedi è praticamente come prima. Ho ripreso appieno tutte le mie attività lavorative con mia notevole soddisfazione. Sono certo di poter affermare che senza questa meravigliosa terapia la mia vita sarebbe stata totalmente diversa.
P.R. 25 anni
Mi chiamo P.R. ho 25 anni e soffro da otto anni di un disturbo che, nonostante mai chiarito con certezza diagnostica, è stato definito Disturbo Schizoaffettivo.
Con il Dr. C. ho iniziato una terapia con uno specifico protocollo REAC, con molto scetticismo. Prima di questo vivevo nella assoluta disperazione, data la mia malattia, che comprendeva anche psicosi e che era di una pesantezza che non oso ricordare, generata da vari fattori, ma comunque sedimentata da anni ed anni. La mia vita praticamente non esisteva più, ero chiuso in un bozzolo di sintomi terribili che solo più avanti ho capito che era un sistema difensivo innescato dalla mia mente e che dura ancora adesso.
Nel corso di un anno ho praticato tre cicli di terapia. Appena ho cominciato a capire che forse questa terapia REAC riservava dei benefici, ho ripreso a sperare, ma, paradossalmente, io speravo che ad un anno dall’inizio della terapia, tutto sarebbe cambiato, mentre così non è stato.
Nonostante questo anno sia stato segnato da tanti cambiamenti: sono riuscito, anche se con molta fatica, a farmi qualche amico, sono riuscito ad eliminare totalmente il carico di neurolettici , che adesso posso dire quanto fossero letali, esco più spesso etc.
A proposito dei farmaci volevo aggiungere che prendevo dosi altissime di Seroquel aggiunte ad una iniezione mensile veramente devastante, oltre agli ansiolitici ed agli antidepressivi; ora non prendo più nessun neurolettico neanche per via iniettiva, ma soltanto un ansiolitico ed una dose minima di antidepressivo.
Questo cambiamento è il più emblematico ed obbiettivo che ho riscontrato. Ciononostante, sento che la mia vita è comunque in ginocchio. Può sembrare una contraddizione, ma è così: la natura del mio malessere era, ed in misura minore è, talmente negativa e fonte di annientamento, che i benefici della terapia, a loro modo radicali, non riescono e non sono riusciti a compensarla del tutto. Diciamo che i cambiamenti sono innegabili, riesco a gestire meglio i sintomi, soprattutto non sono più ricaduto nella condizione terribile precedente l’inizio della terapia, ma ancora non basta, manca quel qualcosa che mi faccia tornare a vivere, in quel modo che da tanto tempo sogno.
Per questo nutro speranza nel proseguimento della terapia, anzi, salvo rari momenti di disperazione, è la sola speranza veritiera che ho in questo momento.