Con grande stupore della mia dermatologa che mi segue da 30 anni, posso affermare con assoluta certezza che continuerò ad effettuare i cicli come suggerito dal Dr C. 2 volte l’anno, sicura che potrò avere giovamento ulteriore.
Per una ragazzina e poi via via per una donna - oggi sono adulta e mi ci sono “abituata” - dover fare i conti con una gamba enorme e una normale non è stato facile. Ritenendomi tutto sommato pure fortunata, essendo la lesione stabilizzata al 3° stadio da ormai dieci anni approssimativamente. Ringraziavo il cielo pure di camminare perché un situazione cronica di questo tipo può sfociare in un secondo in qualcosa di seriamente grave. I sistemi di cura che mi sono stati prescritti inizialmente, in età adolescenziale, mentre la problematica era ancora al 2° stadio, sono stati: diuretici, pressoterapia da praticare a domicilio per due ore al giorno con l’acquisto di una costosa apparecchiatura, calza elasto compressiva, linfodrenaggio manuale (nella mia esperienza è stato difficilissimo trovare dei fisioterapisti preparati).
Tutto ciò non ha impedito il progredire del linfedema. La terapia per il linfedema, così come mi è stato sempre detto, mira ad evitare complicanze infettive e a bloccarne l’evoluzione per quanto possibile. Quello che ha sortito maggiori risultati, seppure temporanei, è stata una cura intensiva alla quale mi sottoponevo in una clinica convenzionata due volte l’anno, consistente a grandi linee in un linfodrenaggio manuale con una fisioterapista, veramente preparata come poche, in bendaggi con vari tipi di fasce elasto compressive a compressione differenziata, da sovrapporre le une alle altre e da tenere sia il giorno che la notte in ospedale per sette giorni, Flowave (onde d’urto per migliorare la circolazione veno-linfatica), profilassi per prevenire le infezioni. Infine, fasciatura semirigida occlusiva con bende a base di cumarina applicate sulla cute, posizionata lungo tutto l’arto, al momento della dimissione dalla clinica. Da tenere sull’arto per ulteriori 5/6 giorni compresa la notte. Era come una semi ingessatura abbastanza fastidiosa!
Questo sistema mi consentiva di ridurre temporaneamente di 2/3 cm il linfedema per circa un mese. Dopo di che, riprendeva le sue “normali” misure attestandosi al 3° stadio, pur portando sempre la calza elastica di giorno. In considerazione del fatto che tali cure presso la clinica convenzionata non sono state più coperte dal SSN , non ho potuto più eseguirle. Da circa sette anni.
Trovandomi per motivi personali in Sardegna ho avuto l’opportunità di venire a conoscenza dell’esistenza della terapia REAC ed ho deciso di “tentare” presso lo studio del dottor C.
Mi sono sottoposta ad un protocollo specifico che si chiama CO (Ottimizzazione Circolatoria). Ho notato sin da subito dei cambiamenti insperati. Ho smesso di mettere la calza elastica alla quale ero abituata da anni. Mi è sembrata fantascienza!!!!
Io che mi sono sempre sottoposta a cure abbastanza “impegnative” per il linfedema, con ricoveri, lunghi massaggi, le torture di un calza elastica fortemente compressiva, specie d’estate le difficoltà di trovare calzature adatte ad un piede gonfio... Aver appurato che con questo sistema si riesce a smuovere un linfedema al 3° stadio senza dovere “subire” cure lunghe, stancanti e “scomode”, è semplicemente meraviglioso!!! Ulteriori motivi personali mi hanno portato a continuare la terapia a Firenze presso l’Istituto Rinaldi Fontani, dove ho eseguito un 2° ciclo sempre di CO che ha ulteriormente migliorato l’evoluzione positiva del linfedema, con tendenza a ridursi lentamente, ma progressivamente. Migliorando l’elasticità della pelle ed ammorbidendo il linfedema che si presenta via via meno fibrotico, prosegue il percorso verso il rimodellamento “naturale” dell’arto, che ha perduto la tipica forma a colonna, con un senso di leggerezza e scioltezza della gamba che era un lontano ricordo dell’adolescenza e che mai avrei creduto di provare ancora! Ricordando che su un 3° stadio di linfedema è difficile lavorare e ottenere risultati stabili, in qualunque modo si approcci ad esso. E io lo so perché ci ho convissuto per anni.
Spero che angiologi e chirurghi vascolari si avvicinino presto a questo strumento medico stupefacente, per sollevare da qualche patimento le persone che soffrono di questa problematica fortemente sottovalutata. Gli attuali sistemi della Medicina “nota” per affrontare il linfedema, oltre a comportare cure lunghe e stressanti, purtroppo producono risultati non sempre soddisfacenti e “relativamente” durevoli nel tempo.
Dopo tanti anni passati alla ricerca di soluzioni in grado di alleviare il mio problema, posso affermare che la terapia per il linfedema, così come mi è stato sempre spiegato, che si limita a bloccarne l’evoluzione ed a evitare complicanze infettive è una parziale verità, perché qualcosa di meglio si riesce a fare. Così come pure il fatto che la elasto-compressione mediante bendaggi e tutori elastici costituisca l’essenza di qualsivoglia ciclo terapeutico (di attacco e mantenimento) del linfedema: personalmente posso affermare che ne sto facendo a meno da più di 1 anno con risultati positivi stabili solo effettuando la terapia con tecnologia REAC. E null’altro.
Grazie infinite all'Istituto Rinaldi Fontani di Firenze ed al dottor C. che ha portato la terapia in Sardegna a Sassari.
O.G., 55 anni
Sono trascorsi 5 anni dalla mia prima testimonianza su questo sito ed in questo arco di tempo ho effettuato cicli semestrali di terapia con tecnologia REAC.
Oggi posso affermare che i miglioramenti della mia patologia (distonia cervicale) si sono sempre più consolidati, permettendomi il recupero di competenze e abilità che sembravano perdute e, cosa non trascurabile, senza effetti collaterali.
Un grazie sincero a tutta l'équipe dell'Istituto Rinaldi Fontani.